Sette italiani su dieci porteranno in tavola pesce, per un consumo giornaliero stimato in circa 25 milioni di chili e una spesa di 200 milioni di euro per il solo venerdì di Pasqua, nel rispetto di un precetto religioso che è diventato parte integrante delle tradizioni delle famiglie italiane per la maggioranza delle quali è di rigore un pasto frugale senza carne. E’ quanto stima ImpresaPesca Coldiretti che ha elaborato un vademecum per assicurare acquisti di qualità al giusto prezzo. Laddove è possibile - consiglia ImpresaPesca Coldiretti - acquistare direttamente dal pescatore, verificare sul bancone l’etichetta, che per legge deve prevedere la zona di pesca, e scegliere la “zona Fao 37” se si vuole acquistare prodotto pescato del Mediterraneo, controllare che la carne abbia una consistenza soda ed elastica, che le branchie abbiano un colore rosso o rosato e che siano umide e gli occhi non siano secchi o opachi, mentre l’odore non deve essere forte e sgradevole. Infine meglio non scegliere i pesci già mutilati della testa e delle pinne mentre - continua la Coldiretti - per molluschi e mitili, è essenziale che il guscio sia chiuso.
Gli italiani - sottolinea la Coldiretti - si orienteranno soprattutto verso il pesce azzurro, dalle alici alle sardine fino agli sgombri venduti a prezzi contenuti secondo i criteri di sobrietà richiesti dalla ricorrenza senza tuttavia rinunciare al gusto e alla salute per l’elevato contenuto di grassi insaturi e in particolare del tipo omega tre. I menu sono quelli tipici delle tradizioni locali cucinati secondo ricette semplici nel rispetto della giornata di riflessione.
Consumare pesce è un modo - sottolinea Coldiretti - per sostenere un settore che nel 2010 ha visto scomparire sempre più dalle tavole degli italiani sia il prodotto fresco (-6 per cento) che quello congelato (-4 per cento), secondo elaborazioni Coldiretti su dati Ismea. Particolarmente difficile la situazione del pesce azzurro con gli acquisti di alici e di triglie che sono diminuiti del 12 per cento. In sofferenza anche il pesce bianco con i consumi di merluzzi e naselli che - conclude Coldiretti ImpresaPesca - sono in calo addirittura del 13 per cento. Il tutto mentre nel 2010 le importazioni di pesce straniero sono aumentate sia in valore (+9 per cento), tanto da aver superato quota 4 milioni di euro, sia in quantità, con 971 milioni di chilogrammi (+2 per cento), il doppio di quanto si produce oggi in Italia.
I CONSIGLI PER SCEGLIERE IL PESCE FRESCO
- Acquistarlo, laddove possibile, direttamente dal produttore che garantisce la freschezza del pescato.
- Verificare sul bancone l’etichetta, che per legge deve prevedere la zona di pesca, e scegliere la “zona Fao 37” se si vuole acquistare prodotto pescato del Mediterraneo.
- Verificare che la carne abbia una consistenza soda ed elastica, che le branchie abbiano un colore rosso o rosato e siano umide e gli occhi non siano secchi o opachi, mentre l’odore non deve essere forte e sgradevole.
- Per molluschi e mitili, è essenziale che il guscio sia chiuso.
- Meglio non scegliere i pesci già mutilati della testa e delle pinne.
Fonte: ImpresaPesca Coldiretti