Il 77 per cento dei cittadini europei ritiene che la clonazione animale per fini alimentari sia innaturale. E’ quanto afferma la Coldiretti sulla base dei dati Eurobarometro nel sottolineare il rischio che il mancato accordo tra Parlamento e Consiglio Europeo porti i discendenti della pecora Dolly sulle tavole dell’Unione Europea. L’opposizione alla clonazione a fini alimentari è alta in Italia con - sottolinea la Coldiretti - il 61 per cento che non la ritiene sicura per le future generazioni, il 62 per cento che pensa non faccia bene alla salute e il 68 per cento che sia innaturale. E’ quindi importante - precisa la Coldiretti - la decisione del Parlamento Europeo, con a capo delegazione l’italiano Gianni Pittella, di non accogliere la proposta della Consiglio che prevedeva di fatto il via libera ai prodotti ottenuti dalla progenie e discendenza degli animali clonati senza peraltro alcuna etichettatura. Spetta adesso alla Commissione - prosegue la Coldiretti - prevedere regole chiare che vietino tali prodotti nell’Unione Europea e stabiliscano norme chiare e trasparenti di etichettatura. Allo stato attuale - precisa la Coldiretti - non esistono norme sulle importazioni che impongano di etichettare un alimento come derivato da progenie di animali clonati. A poco più di 14 anni dall'annuncio pubblicato sulla rivista Nature del febbraio 1997 dell'avvenuta clonazione del primo mammifero, con la nascita della pecora Dolly, rimane elevata - sottolinea la Coldiretti - l’opposizione all’uso della clonazione a fini alimentari nonostante abbia ormai interessato praticamente ogni tipo di animale maiali, cavalli, bovini, capre, cammelli e mufloni. La commercializzazione di carne, latte e formaggi proveniente da animali clonati oltre ad un problema di scelta consapevole da parte dei consumatori e di rispetto della biodiversità - conclude la Coldiretti - pone infatti evidenti perplessità di natura etica.
31 Marzo 2011
ALIMENTARE: COLDIRETTI