L’attuale livello di antropizzazione di gran parte della Valle del Sarno, accompagnata da una parte dalla crescita di importanti insediamenti industriali e dall’altra parte dalla mancata pianificazione di interventi idonei alla manutenzione degli alvei dei corsi d’acqua a partire dal medesimo fiume Sarno stanno, di fatto, mettendo le imprese agricole dell’area in seria difficoltà. E’ quanto denunciato dalla Coldiretti di Salerno che, nel sostenere la strategicità del ruolo dei Consorzi di Bonifica nel mantenere il territorio in condizioni di fruibilità non solo per le imprese ma per tutti i cittadini che si trovano a vivere all’interno del perimetro consortile, difatti denuncia come il mancato risanamento del fiume Sarno in una ottica di riqualificazione ambientale comporti danni gravissimi alle produzioni agricole. A conferma di ciò le recenti inondazioni nei terreni coltivati verificatesi conseguenza delle forti piogge abbattutesi sull’Agro tra il 30 giugno ed il 2 luglio scorsi hanno creato gravissimi ed irreparabili danni a produzioni di pregio come il pomodoro San Marzano e il Cipollotto Nocerino entrambi a marchio DOP.
La cementificazione di ampi tratti dei torrenti che affluiscono nel Sarno, che accelerano enormemente la velocità delle acque e la pressoché totale incuria dell’alveo del medesimo fiume o che per ampi tratti è caratterizzato dalla presenza di folta vegetazione spontanea che, di fatto, compromette il regolare deflusso delle precipitazioni che si caratterizzano oramai per intensità e concentrazione del tutto anomale, causano allagamenti ampi e persistenti con effetti distruttivi per le colture in atto. A ciò deve aggiungersi la considerazione che sul territorio dell’ Agro Nocerino Sarnese si sono realizzate numerose aree industriali, artigianali e commerciali che hanno esse stesse provocato la cementificazione di tantissimi ettari di terreno agricolo, che ha finito di svolgere il naturale ruolo di “assorbimento” delle precipitazioni piovose. L’assenza pressoché totale di un normale deflusso è causa, pertanto, di continue esondazioni che mettono a dura prova la tenacia di imprenditori agricoli che da generazioni lavorano sul territorio, garantendo la permanenza di una realtà produttiva estremamente importante da un punto di vista economico e sociale. Numerose sono state, nel tempo le denunce che Coldiretti ha sollevato nei confronti delle Istituzioni e degli Enti presenti sul territorio, che traggono dal proprio rapporto con il territorio e con le esigenze dei cittadini e delle imprese, colà presenti, la ragione del loro esistere; purtroppo, troppo spesso, abbiamo dovuto registrare uno “scaricamento” di competenze e responsabilità probabilmente finanche legittimo dal rispettivo punto di vista di ognuno, ma estremamente mortificante per chi, come cittadino ed imprenditore subisce un ingiustificato danno. Unica via di uscita per Coldiretti è l’inizio di una virtuosa collaborazione di tutti gli Enti preposti che possa porre fine al grave degrado a cui assistiamo impotenti ma che mina profondamente la capacità produttiva delle imprese agricole che insistono nell’area.
8 Luglio 2009
DANNI ALLUVIONALI