“Mai vista una siccità così’”: Livello di criticità in salita in Campania. Gli agricoltori osservano il cielo, inseguono le nuvole, fanno zapping sul televisore tra un bollettino meteo e l’altro, tra esperti e statistiche, per capire quando, e se soprattutto, pioverà. E’ allarme in tutta la regione dove si è registrato, un po’ come in tutto il paese, un dimezzamento delle precipitazioni invernali: acqua fondamentale e vitale per rimpinguare gli invasi e le riserve idriche naturali, che per il momento però sembra non essere in programma.
A risentirne, già nelle prossime settimane, saranno la produzione di grano (tenero e duro) e di cereali (mais e orzo in particolare) che stanno per entrare in una fase cruciale. Un settore che in Campania significa migliaia di aziende, migliaia di addetti tra lavoratori diretti ed indotto, 70 mila ettari, ed una produzione, solo di grano, intorno al milione e 800 mila di quintali. La crescente preoccupazione per le mancate piogge va così di pari passo con il bel tempo e temperature decisamente fuori stagione che secondo Coldiretti avranno un drastico effetto sulla resa ad ettaro con un abbattimento del 50% della produzione.
La mancanza di piogge potrebbe costare, in termini di produzione, oltre 900 mila quintali di grano per un valore tra i 15 e 30 milioni di euro. “Il deficit idrico accumulato è già pesante – analizza Gennarino Masiello, Presidente Coldiretti Campania – se entro 15 giorni non piove la produzione di grano rischia di venire compromessa seriamente. I cereali autunno-vernini, come il grano appunto, la cui produzione in Campania è molto importante in particolare in Irpinia sta entrando nella fase decisiva: senza acqua la fioritura e la maturazione sono in forte dubbio. Siamo preoccupati anche per mais, girasole ed orzo: abbiamo ancora alcune settimane per affrontare il nodo della semina.
La situazione non è facile”. In difficoltà ci sono anche il settore orticolo, la tabacchicoltura e l’olivicoltura. Poca acqua, poco prodotto: “Ed anche i prezzi potrebbe risentirne – spiega ancora Masiello”. E’ un quadro che fa paura. Il clima è cambiato. Eppure, in Campania, la neve di questo inverno, solo alcune settimane fa, avrebbe dovuto portare qualche beneficio. Ma non è stato così: “La neve è caduta copiosa ma il vento l’ha spazzata via – spiega ancora Masiello – E’ come se non fosse nevicato. In Campania c’è un proverbio - “Sotto la neve pane, sotto la pioggia fame” - che gli agricoltori conoscono bene e che spiega, con fare semplice, i ritmi secolari a cui siamo abituati: Se piove troppo il seme affonda e marcisce, se nevica al contrario, il seme germoglia bene con la primavera. Quest’anno è successo tutto ed il contrario: ha piovuto molto poco e la neve è stata spazzata via dal vento. I presupposti non sono a nostro favore”.
L’agricoltura campana ha ora 15 giorni di fronte importantissimi per capire che estate e che raccolto sarà: “Tutto si gioca nelle prossime settimane che saranno determinanti – ammette ancora Masiello – e se non piove sarà dura per l’agricoltura. E’ evidente che serve, alla nostra regione, un piano idrico pluriennale per affrontare il cambiamento climatico che è diventato ormai la regola e con cui dovremo probabilmente convivere nei prossimi anni”.
Coldiretti chiede la realizzazione di pozzi e piccoli laghetti privati nelle campagne, e pensa al recupero delle acque, pratica che è destinata a tornare di moda, e all’impiego di strumenti moderni e tecnologici per meglio distribuire ed ottimizzare la distribuzione e l’utilizzo dell’acqua per l’irrigazione dei campi: “L’acqua è l’emergenza del futuro – conclude Masiello – dobbiamo prepararci ad affrontarla”.