2 Agosto 2010
BENEVENTO,

 
La Coldiretti sannita chiede ai sindaci della provincia di Benevento di deliberare, nei bandi di concessione delle mense scolastiche, a favore della prevalenza di prodotti a chilometro zero cioè prodotti locali e prepara un calendario di incontri con tutti i sindaci o anche i consigli comunali per illustrare i vantaggi della filiera corta che non sono solo quelli di garantire maggior reddito alle imprese agricole ma soprattutto assicurare uno sviluppo dell’economia locale. E’ quanto emerso dal convegno: “Menù a Km 0: un progetto per la ristorazione pubblica e privata” svoltosi, ieri sera, nell’ambito della V Festa dell’Allevatore di Puglianello. Sono intervenuti: il sindaco Bartone e l’assessore Urbano in rappresentanza del Comune di Puglianello, Armando Di Giambattista presidente Agrimercato del Sannio, Vincenzo Lombardi Università degli Studi del Molise, Concetta Nazzaro Università degli Studi del Sannio, Francesco Massaro direttore Stapa Cepica Benevento. Le conclusioni sono state affidate al direttore della Coldiretti Benevento Luigi Auriemma.
Il progetto del menù a chilometro zero che Coldiretti sta portando avanti da tempo dopo aver investito ingenti risorse è piuttosto ambizioso e si avvale anche della collaborazione delle Università del Sannio e del Molise. Gli interlocutori di questo progetto sono due: la ristorazione pubblica (mense) e la ristorazione privata. Secondo quanto previsto dal progetto i sindaci sono invitati a disporre l’utilizzo di prodotti locali nelle mense scolastiche. Ai ristoratori, invece, l’invito a certificare l’origine locale dei propri prodotti aderendo a questo progetto che comporta anche la capacità della componente agroindustriale di rispondere alle richieste di eventuali prodotti. I vantaggi del menù a chilometro zero o meglio della filiera corta sono: rispetto della stagionalità, freschezza degli alimenti, minore inquinamento ambientale, valorizzazione delle coltivazioni proprie del territorio, prezzi più convenienti e remunerazione più equa per chi produce. Mangiare a Km 0 significa risparmiare e preferire cibi locali e di stagione che non subiscono troppe intermediazioni e che non devono percorrere migliaia di chilometri per giungere sulle nostre tavole (un pasto medio percorre più di 1900 chilometri prima di arrivare a destinazione). Negli ultimi cinque anni, nel Mezzogiorno, c’è stata una crescita del 12 % delle aziende agricole che hanno optato per la vendita diretta. “Noi stiamo cercando di trovare - ha affermato il direttore della Coldiretti sannita Luigi Auriemma - una soluzione perché l’impresa agricola possa guadagnare di più. Negli ultimi tempi è diminuito solo quello che entra nelle tasche degli agricoltori con pochi centesimi pagati agli agricoltori nei campi che diventano euro al consumo e con il risultato di un aumento della forbice nel passaggio dei prodotti dal campo alla tavola durante il quale i prezzi degli alimenti moltiplicano oggi in media cinque volte”.
“Dobbiamo garantire - ha aggiunto Auriemma - maggiore valore alle aziende agricole ed impedire che venga spacciato per italiano quello che italiano non è”. Il direttore Auriemma ha fatto cenno alle recenti mobilitazioni messe in campo da Coldiretti ed in modo particolare ha ricordato i controlli effettuati dagli imprenditori agricoli unitamente alle forze dell’ordine al Brennero dove “abbiamo notato che continua ad arrivare latte dall’estero a 17 centesimi. Dopo gli scandali della mozzarella blu ed ora della ricotta rossa – ha proseguito Auriemma - nasce la nostra richiesta che tutti i Comuni devono imporre che il prodotto che si utilizza nelle mense scolastiche deve essere un prodotto locale. Questo è l’invito da fare a tutti i Comuni per dare garanzia ai nostri figli”.
Il direttore Auriemma ha annunciato che tutti questi sforzi compiuti da Coldiretti hanno portato ad un risultato: martedì scorso è stato firmato con Confindustria (con i caseifici associati), grazie al sostegno dell’assessore provinciale all’agricoltura Carmine Valentino e con il supporto della Camera di Commercio e dello STAPA CePICA, un protocollo d’intesa sulla filiera lattiero casearia volto a raggiungere ed esaltare i seguenti obiettivi: tracciabilità di origine alimentare dei prodotti, garanzia di sicurezza alimentare, creazione di un marchio territoriale. “Il nostro auspicio - ha concluso Auriemma - è che gli altri caseifici della provincia possano fare la stessa cosa, noi continueremo lungo questa strada”. In chiusura dei lavori, il presidente Di Giambattista ha precisato: “In tempi brevi predisporremo un calendario di incontri con tutti i sindaci del Sannio per sottoporre loro il nostro progetto di menù a chilometro zero”.

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