La temperature alte che stanno caratterizzando questa torrida estate oltre all’aumento di incendi, ha mietuto un’altra vittima illustre il prodotto simbolo del Cilento: il fico bianco. I vari anticicloni che si sono susseguiti hanno determinato, anche nei ficheti specializzati provvisti di impianti di irrigazione, una riduzione produttiva con stime provvisorie, purtroppo destinate a salire, pari al 30%. “E’ vera e propria emergenza, - afferma Salvatore Loffreda, direttore di Coldiretti Salerno, - un’estate che per le alte temperature sta determinando su tutto il territorio provinciale danni che speriamo non siano irreparabili. Accanto all’aumento degli incendi che a macchia di leopardo stanno devastando la provincia di Salerno, e la siccità, sono le cultivar locali a subire gravi ripercussioni. Sinora è Il fico bianco del Cilento a pagare il prezzo più alto. Il calo di produzione determinato dal caldo sta mettendo in ginocchio un economia che trova nella produzione del fico un riferimento importante. Effetti che oltre a riguardare il prodotto fresco, hanno diretto riflesso nell’essiccato, per il quale è stato riconosciuto la Dop nel 2006. Il peso economico di tale situazione graverà unicamente sul produttore, difatti rispetto al calo di produzione non corrisponde un aumento di prezzo al consumo, il fresco sta mantenendo gli standard di mercato degli anni scorsi e per l’essiccato sarà anche peggio. Al danno si aggiungerà la beffa, pensiamo a quello che succederà in mancanza di quantitativi necessari, sarà ancora di più esposto all’invasione di fichi di dubbia provenienza già normalmente massicciamente presenti nei nostri mercati. Bisogna alzare la guardia contro quelle che saranno vere e proprie “invasioni barbariche” offrendo ai consumatori coordinate precise sul riconoscimento del vero fico bianco del Cilento Dop, soprattutto nel periodo natalizio, dove si trova ad essere uno dei componenti essenziali della tavola degli italiani. E’ necessario attivarsi da subito, e mi riferisco agli enti preposti, a partire dal Parco Nazionale, per una riflessione attenta sui mutamenti climatici che stanno determinando situazioni di alto rischio per le cultivar autoctone, compromettendone la conservazione.”
I produttori quindi a pagare lo scotto più alto, con la diretta conseguenza di diminuzione degli addetti alla raccolta ed alla lavorazione, andando ad aumentare i livelli di una crisi economica già da sé particolarmente gravosa. “il rischio grosso di mutazioni anche morfologiche del territorio Cilentano è reale, afferma Raffaele D’Angiolillo, produttore di fichi di Ascea, da quanto ho iniziato la mia attività di produttore di fichi non ricordo un’estate così calda ed in un periodo di piena raccolta, mai un calo cosi vistoso. È una situazione di assoluto allarme, negli anni si ha la percezione che qualcosa sta mutando nell’assetto del cultivar del fico, bisogna profondere sforzi anche di natura scientifica atti ad arginare un processo che sembra ormai irreversibile, determinato dall’aumento costanto della temperatura media”.
27 Agosto 2012
CALDO: ALLARME FICO BIANCO DEL CILENTO, PRODUZIONE RIDOTTA DEL 30%