Più di un lavoratore su sei che lavora nelle imprese agricole ed agroalimentari campane è straniero. Ad affermarlo è la Coldiretti, sulla base di un’analisi sul Dossier statistico immigrazione Caritas - Migrantes e su dati Inps, con il numero degli occupati immigrati in agricoltura che nella nostra regione è di 17.100 unità. Dai numeri emerge anche che la lingua più parlata nelle nostre campagne, dopo l’italiano, è il rumeno. A questa nazionalità appartiene, infatti, quasi circa un terzo dei lavoratori (6500) a seguire i paesi più rappresentati sono la Bulgaria, il Marocco e l’India. Seguono, polacchi, albanesi e tunisini.
I lavoratori immigrati impegnati in agricoltura hanno una età media di 37 anni. Gli stranieri, sottolinea Coldiretti Campania, sono impegnati nelle varie tipologie d’impresa agricola ed agroalimentare riconducibili a coltivatori diretti, ditte in economia, e a società cooperative di diversa natura. I lavoratori stranieri in Campania –afferma Gennaro Masiello presidente Coldiretti Campania - contribuiscono in modo strutturale e determinante all'economia agricola della regione e rappresentano una componente indispensabile per garantire i primati del Made in Campania nel mondo alimentare. L’impegno è di garantire sul territorio la legalità e l’accoglienza per combattere inquietanti fenomeni per spezzare la catena di sfruttamento che umilia gli uomini e il proprio lavoro e getta una ombra su un settore che ha scelto con decisione la strada dell'attenzione alla sicurezza alimentare e ambientale, al servizio del bene comune.
14 Novembre 2012
CAMPANIA, NELLE AZIENDE DELLA REGIONE E’ STRANIERO UN LAVORATORE SU SEI