“I dieci prodotti più contaminati al mondo insieme a quelli di maggior consumo, dalla pizza, all’olio deodorato ai formaggi con pasta di caseina e latte importato, rappresentano realtà di grande preoccupazione per i consumatori e di danno per gli imprenditori agricoli. Parliamo di problemi ben più gravi del fenomeno della “Terra dei Fuochi”, che ha creato incertezza tra i consumatori e contraccolpi economici, mettendo in crisi il lavoro di migliaia di imprenditori. Per fortuna si sono circoscritte le aree, dimostrando che il fenomeno è marginale. Ovviamente auspichiamo interventi rapidi per dare certezze alle imprese e ai consumatori”. Lo dichiara, in una nota, il presidente regionale di Coldiretti Campania, Gennarino Masiello, commentando i dati emersi dal Dossier “La crisi nel piatto degli italiani nel 2014”, presentato dalla Coldiretti durante la Convention di Napoli, con la classifica dei cibi più contaminati”, elaborata sulla base delle analisi condotte dall’Agenzia europea per la sicurezza alimentare (Efsa) nel Rapporto 2014 sui Residui dei Fitosanitari in Europa. Parliamo del peperoncino del Vietnam (61,5 per cento di irregolarità), ma anche delle lenticchie dalla Turchia (24,3 per cento), melagrano dalla Turchia (40,5%) , dell’ananas del Ghana (15,6 per cento), delle foglie di the cinesi ( 15,1 per cento), del riso indiano (12,9 per cento), delle arance dell’Uruguay (19,0 per cento), dei fagioli del Kenia (10,8 per cento) e dei cachi israeliani (10,7 per cento).
Ma a danneggiare la produzione campana e i consumatori è anche il “tarocco”. Ricotta salata di Salerno prodotta in Canada, soppressata Usa, salame napoletano “with sangiovese”, pomodoro San Marzano “arrrabiata sauce”, “pomarola” prodotta in Brasile. Ma anche sugo napoletano prodotto in Svizzera, olio extravergine di oliva straniero e cagliata tedesca. Per non parlare del piatto campano per eccellenza, la pizza, realizzata una volta su due da un mix di ingredienti provenienti dall'estero, all'insaputa di milioni di consumatori. E’ una Campania vittima di tarocchi quella che emerge dalla mostra sui falsi made in Italy allestita al Teatro Palapartenope di Napoli dove è in corso la Convention Coldiretti con oltre diecimila agricoltori provenienti da tutto il sud Italia. Prodotti che affliggono il made in Campania mettendo a rischio la sopravvivenza di migliaia di imprenditori.
Il presidente della giunta regionale, Stefano Caldoro, intervenendo alla Convention, ha annunciato l’adesione della Regione Campania all'Osservatorio sulla criminalità nell'agricoltura e sul sistema agroalimentare, la Fondazione messa in piedi da Coldiretti a contrasto delle Agromafie. Annunciati anche indispensabili provvedimenti anti-burocrazia, con la prossima adozione delle delibere che rendono operativi i SUPERCAA (Centri di assistenza agricola) quali agenzie per le imprese e lo stanziamento di 50 milioni di euro per promuovere il made in Campania anche con riferimento alla problematica della “terra dei fuochi”.
“Sono interventi senza dubbio indispensabili per la nostra agricoltura – sottolinea il direttore regionale di Coldiretti Campania, Simone Ciampoli – tutela delle produzioni agricole, semplificazione delle procedure burocratiche e conseguente riduzione dei tempi di attesa per le Imprese , promozione dei territori, rappresentano le chiavi strategiche per la crescita del comparto agricolo campano. Per la importanza degli impegni assunti, saremo attentamente vigili sul loro rispetto nella prospettiva di assicurare con servizi efficienti alle imprese la piena affermazione dell’agricoltura campana come fattore di reddito, occupazione e di garanzia per produzioni alimentari di qualità.”
29 Maggio 2014
COLDIRETTI: MADE IN CAMPANIA, IL TAROCCO E’ SERVITO