Innovazione, sostenibilità ambientale, qualità e sicurezza. Sono gli assi portanti dell’intesa tra Coldiretti e Philip Morris Italia finalizzata alla valorizzazione del tabacco Made in Italy. Una collaborazione che va avanti da dieci anni e che rappresenta un modello di filiera integrata in grado di garantire competitività a circa mille imprese impegnate nella coltivazione del tabacco in Campania, Umbria, Veneto e Toscana.
L’accordo dei coltivatori di Coldiretti con Philip Morris Italia, che nasce nei primi anni Duemila in un periodo di declino della coltivazione, ha consentito di impostare i programmi produttivi su basi nuove. La partita si gioca sull’impegno a investire, a concordare le buone pratiche agricole, a realizzare dunque un prodotto di qualità elevata, sulla sicurezza di acquisto del tabacco in grado di assicurare un reddito alle imprese. Il programma sviluppato con il contributo di coltivatori, aziende del settore, agenzie governative e università mette al centro il rispetto dell’ambiente e dei lavoratori.
La rilevanza dell’intesa è nelle risorse messe in campo da Philip Morris, ammontano infatti ad oltre 2 miliardi di euro gli investimenti messi in campo dall’azienda a partire dai primi anni 2000, ma anche nella modalità dell’investimento destinato al territorio italiano: dal seme alla rivendita passando per impianti industriali all’avanguardia. Con il supporto strategico della Coldiretti è stato centrato l’obiettivo di garantire nuovi margini di sviluppo alla filiera del tabacco. E ora Coldiretti e Philip Morris viaggiano uniti anche sul nuovo fronte dei prodotti di nuova generazione del tabacco senza fumo.
“La qualità e le buone pratiche di cui siamo promotori insieme a Coldiretti – ha dichiarato Marco Hannappel, Amministratore Delegato e Presidente di Philip Morris Italia – stanno facendo la differenza per mantenere alta la competitività della filiera italiana”.
Per il presidente della Coldiretti, Ettore Prandini – “Si tratta di un’intesa importante che va nella direzione della sostenibilità al centro delle strategie di rilancio del Paese, secondo un modello di accordi di filiera che puntano a valorizzare la distintività del Made in Italy coniugando innovazione, attenzione all’ambiente e salvaguardia dell’occupazione”.
La sostenibilità che è il cuore della nuova strategia della filiera del tabacco fa rima con innovazione perché solo grazie all’adozione di sistemi hi tech avanzati è possibile rafforzare la produzione tutelando l’ambiente. Oggi l’Italia con un quarto della produzione complessiva sviluppata su oltre 15mila ettari è il primo produttore di tabacco dell’Unione europea.
La filiera del tabacco è lanciata su un sistema produttivo in linea con le indicazioni “green” che arrivando dal fronte nazionale con il PNRR e da quello europeo con il Green Deal finalizzato a contrastare i cambiamenti climatici. E allora, spazio al risparmio energetico e alla razionalizzazione dell’impiego di acqua, all’utilizzo di energie alternative nell’alimentazione dei forni di lavorazione del tabacco per tagliare così l’emissione di anidride carbonica, a sistemi digitali e di precision farming per puntare all’agricoltura 4.0. Il nuovo corso passa anche per il miglioramento qualitativo della materia prima, per sistemi di tracciabilità e anche attraverso attività agronomiche alternative.