20-25 centesimi pagati ai produttori per un chilo di pesche rispetto ai 70 - 80 centesimi dell’anno scorso e ai prezzi che i consumatori devono pagare sui banchi della frutta a non meno di un 1,50 con forti probabilità di compare merce non italiana. Il prodotto ritirato è prevalentemente quello di qualità extra più facilmente collocabile a prezzi più alti, mentre per i quantitativi da destinare a succhi e marmellate vengono offerti dall’industria non più di tre centesimi e per la maggior parte della produzione e i prezzi riconosciuti ai frutticultori non coprono nemmeno i costi di produzione. Il prodotto locale resta abbandonato sugli alberi, a danno di consumatori e imprese, con ripercussioni anche per il prossimo futuro perché, quasi a fine campagna di raccolta, oltre ad essere gravemente compromessa la remunerazione di un duro lavoro, con questo stato di crisi sarà veramente difficile pagare i fornitori, la concimazione, la potatura, le rate dei mutui bancari e quelle contributive ed altro ancora. Senza contare la seria ipoteca che si sta configurando sulla futura continuità produttiva di uno dei principali comparti trainanti dell’agricoltura regionale e importante fonte di alimenti salutari.
Per la frutticultura campana la situazione è sempre più drammatica con un crollo dei prezzi corrisposti in azienda del 70 per cento e la collocazione del solo 30% su di una produzione di circa 4 milioni di quintali, fra pesche, nettarine e susine, mentre le importazioni da inizio anno sono aumentate del 30% con arrivi da paesi Ue ed extracomunitari - denuncia la Coldiretti campana che invita a cogliere il vero valore dei pregi qualitativi della produzione e lavoro delle imprese campane, raccomandando ai consumatori di richiedere, cosi come prescritto dalle norme vigenti in materia, l’indicazione dell’origine del prodotto che acquistano. Tante le varietà tipiche regionali pronte e praticamente insostituibili per alimentarsi con poca spesa in maniera sana e gustosa e appagare importanti esigenze nutrizionali e generali insoddisfazioni con i loro ammalianti nomi, profumi, sapori dolce aciduli e contenuto di fibre sali minerali evitamine A,B,C. Dalle pesche Royal glory, Rich lady, Elegant lady, giunte finora a maturazione, a quelle in arrivo sul mercato come la Rome Star, la Sinphonie, la Suncres, la Fayette, la Oer fino alle percoche Baby e Terzarole, tradizionalmente consumate dopo essere stata messe a bagno nel vino. L’aggravarsi della crisi che sta interessando il comparto frutticolo rende necessario, nella prospettiva di costruire con il coinvolgimento di tutti gli operatori della filiera nuove ed efficaci strategie per il suo rilancio, destinare risorse finanziarie, oltre che per garantire alle imprese agricole il consolidamento delle passivita' a medio-lungo termine con il sistema bancario, anche per il possibile aumento del prezzo dei prodotti ritirati dall’industria per la trasformazioni in succhi e marmellate e per far fronte al pagamento degli oneri contributivi a decorrere dal mese di settembre. Sollecita, inoltre, la Coldiretti Campana in riferimento all’attivazione del regime che regola gli aiuti alle imprese in coerenza con le norme Ue “de minimis”, ipotizzato in occasione del tavolo anticrisi convocato dall’Assessore regionale all’Agricoltura, Gianfranco Nappi per affrontare i problemi dell'ortofrutta. I primi interventi dello stanziamento di due milioni di euro e del dialogo avviato con il sistema bancario e dell’industria conserviera adottati dall’Assessore Nappi, costituiscono insieme a provvedimenti per la valorizzazione delle produzioni agricole campane richiesti e fatti propri a seguito della recente mobilitazione avviata dalla Coldiretti, afferma il direttore regionale dell’organizzazione professionale, Vito Amendolara, una prima significativa azione che va perseguita con determinazione fino in fondo per consentire alle aziende in difficoltà di superare la grave crisi economica in atto, contestualmente all’avvio di un rinnovato impegno a monte e a valle della filiera produttiva per nuove occasioni di sviluppo. Per il comparto Coldiretti nel disegno della costruzione di una filiera agricola tutta italiana ha avviato la definizione di un piano per una organica riforma strutturale. In tal senso i Progetti Integrati di Filiera, finanziati con il Psr 2007-2013 rappresentano una grande opportunità.
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