“La presentazione da parte della Commissione UE al competente comitato di gestione del progetto di regolamento europeo per nuove misure a favore del settore ortofrutticolo colpito dall'embargo russo costituisce un concreto passo avanti del lavoro avviato con il Ministero delle Politiche Agricole e Forestali per fronteggiare la crisi che sta interessando il comparto.” E’ quanto rileva il presidente di Coldiretti Campania, Gennarino Masiello a seguito della presentazione del provvedimento vivamente sostenuto dalla rappresentanza nazionale dell’organizzazione professionale agricola che con l’approvazione finale prevede per l’Italia un plafond di ritiri e la destinazione agli indigenti fino al 30 giugno 2016 di circa 50 mila tonnellate di prodotto e in particolare di: mele e pere (17.500 tonnellate), pesche e nettarine (9.200 tonnellate), agrumi (3.300 tonnellate), susine, kiwi e uva da tavola (15.300 tonnellate) ed altri ortaggi (650 tonnellate)
Con uno sfondo che vede restare comunque la necessita' di intervenire presto in Europa per aggiornare gli strumenti di contrasto alle crisi del settore, per essere davvero in linea con le esigenze delle imprese Coldiretti Campania evidenzia il grave stato di crisi che interessa il comparto.
La frutticultura campana, particolarmente pregiata per i suoi prodotti, è attualmente al collasso. I ricavi dal mercato per le pesche e le nettarine sono di nuovo crollati e i prezzi sono scesi anche quest’anno del 30-50% rispetto a quelli del 2013 a causa dei volumi di importazione elevati e della crisi dei consumi legata a problemi economici. Le migliaia di aziende impegnate sono sull’orlo di un baratro. 15-20 centesimi pagati ai produttori per un chilo di pesche rispetto ai 70 - 80 centesimi necessari, assenza di mercato per mancanza di richiesta per pesche, nettarine, susine e pesche gialle. Una situazione resa ancora più stridente col confronto con i prezzi che i consumatori devono pagare sui banchi della frutta a non meno di un 1,80 – 2 euro con forti probabilità di compare merce non italiana. I mercati tradizionali non ritirano. Importano a prezzi stracciati prodotto estero proveniente con grande probabilità da aree dove è trattato con fitofarmaci vietati in Italia. Il prodotto locale resta abbandonato sugli alberi, a danno di consumatori e imprese, con ripercussioni anche per il prossimo futuro perché è gravemente compromessa la remunerazione di un duro lavoro, con questo stato di crisi e sarà veramente difficile pagare i fornitori, la concimazione, la potatura, le rate dei mutui bancari e quelle contributive ed altro ancora. Senza contare la seria ipoteca che si sta configurando sulla futura continuità produttiva di uno dei principali comparti trainanti dell’agricoltura regionale e importante fonte di alimenti salutari.
Mentre i consumatori devono fare i conti il “caro-frutta” e produzioni di incerta provenienza, la situazione di mercato per la produzione locale è caratterizzata da un fermo totale e ai produttori napoletani e campani, fortemente impegnati a garantire con maggiori investimenti la qualificazione produttiva, vengono corrisposti prezzi che non coprono neppure i costi di raccolta . Pesche, nettarine e susine pregiate uniche per gusto, livelli qualitativi e capacità nutrizionali mortificate e messe a tappeto insieme ai redditi di migliaia di aziende a conduzione familiare che sono sul piede di guerra e manifestano tutto il loro malcontento.
Il 27 % della produzione italiana di pesche e nettarine arriva dalla Campania dove vengono prodotte circa 230 mila tonnellate l’anno di pesche e percoche e 50 mila di nettarine. Le aziende impegnate soni 10 mila per 21 mila ettari impegnati.
Tante le varietà tipiche regionali pronte e praticamente insostituibili per alimentarsi con poca spesa in maniera sana e gustosa e appagare importanti esigenze nutrizionali e generali insoddisfazioni con i loro ammalianti nomi, profumi, sapori dolce aciduli e contenuto di fibre sali minerali e vitamine A,B,C. Dalle pesche Royal glory, Rich lady, Sweet dream, Elegant lady, Royal Summer e Big top giunte finora a maturazione, a quelle in arrivo sul mercato come la Rome Star, la Sinphonie, la Suncres, la Fayette, la Oer fino alle percoche Baby e Terzarole, Puteolana, tradizionalmente consumate dopo essere stata messe a bagno nel vino.
21 Luglio 2015
FRUTTA CAMPANA: UN PATRIMONIO ALIMENTARE E PRODUTTIVO A RISCHIO IN DIRITTURA D’ARRIVO INTERVENTI PER FRONTEGGIARE LA CRISI