Un danno di vari milioni di euro. E’ questo in sintesi il dato allarmante che emerge da un’analisi delle drammatiche ripercussioni del maltempo sul settore agricolo, per cui la Coldiretti Campania ha chiesto la dichiarazione di Stato di calamità naturale. “Purtroppo, permangono condizioni di elevato ed incombente rischio – dice il Presidente della Coldiretti Campania, Gennaro Masiello – oltre alla severità dei danni occorsi e degli interventi di massima urgenza da doversi attuare, per cui abbiamo richiesto lo stato di calamità. Decine di imprenditori stanno in queste ore collaborando per liberare le aziende dalla neve e per la messa in sicurezza degli alberi che sotto il peso della neve crollano sulle strade con danni a persone e automezzi. E’ l’ennesimo duro colpo al settore, dopo lo sciopero degli autotrasportatori rientrato solo qualche giorno fa”. Utilizzati i trattori spalaneve e gli spandiconcime sono stati riadattati a spargi sale di fortuna, attivi sulle strade rurali e interpoderali, ma anche sulle strade asfaltate dei centri urbani. Inoltre, i produttori del settore ittico e dell’acquicoltura denunciano una situazione di grave difficoltà a causa delle fortissime mareggiate, con danni ingenti che derivano dai mancati guadagni “lucro cessante”) e alle strutture (“danno emergente”).
“La straordinaria ondata di maltempo che ha colpito la regione Campania – continua il Direttore della Coldiretti Campania, Prisco Lucio Sorbo - con forti e incessanti nevicate sulle province di Benevento, Avellino, Salerno e Caserta ha causato gravi disagi a carico delle popolazioni nelle aree rurali e danni ingenti alle colture autunno-vernine e agli allevamenti. In particolare, gli allevamenti avicoli sono al collasso, a causa dell’interruzione dei collegamenti stradali e delle dune di neve alte fino a 4 metri che hanno isolato le aziende, rendendo impossibile l’approvvigionamento di mangimi e di carburante per il riscaldamento degli impianti”. Risulta distrutto il 50% degli ortaggi autunno – vernini, quali cavoli, verze, cicorie, carciofi e broccoli. Tutto ciò che poteva essere raccolto giace sui campi, perché i collegamenti interrotti determinano l’impossibilità al trasporto della merce. Sono schizzati i costi per il riscaldamento delle serre, aumentati del 30% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso, mentre in decine di stalle isolate mucche, pecore e maiali rischiano di rimanere senza acqua e cibo per le difficoltà di garantire l’approvvigionamento dei mangimi e per i danni provocati dal gelo alle condutture che portano l’acqua agli abbeveratoi
16 Febbraio 2012
MALTEMPO: