“Una questione di serietà e trasparenza che conferma come sul Made in Italy non si possono perdonare leggerezze”. E’ il commento del presidente di Coldiretti Campania, Gennarino Masiello all’operazione dei carabinieri di Caserta che ha portato alla notifica di 13 misure cautelari a carico di imprenditori, biologi, veterinari e tecnici di laboratorio di un caseificio casertano. “La mancata corrispondenza fra indicazioni in etichetta previste dal disciplinare e i componenti costitutivi del prodotto - ha rilevato Masiello - rischia di costare cara agli imprenditori onesti sul piano nazionale e internazionale, dove è destinato il 16 per cento della produzione di mozzarella di bufala. Ventimila lavoratori, 128 caseifici, 1850 allevamenti con 250.000 capi allevati per un fatturato complessivo di 435 milioni di euro, dei quali 71 milioni realizzati grazie alle esportazioni in tutto il mondo, potrebbero trovarsi in difficoltà per l’imperdonabile leggerezza di chi pensa di fare affari sfruttando impropriamente l’immagine di uno dei prodotti più prestigiosi del Made in Italy che con quasi 33mila tonnellate è al quarto posto per produzione tra i formaggi italiani a denominazione di origine”.
“Il successo del Made in Italy alimentare dipende – evidenzia il direttore della Coldiretti campana, Simone Ciampoli - dalla qualità e dalla trasparenza dei processi produttivi che concorrono a realizzarlo, dal lavoro alla materia prima fino all’informazione ai consumatori verso i quali non possono essere tollerati inganni. La credibilità conquistata dagli agricoltori italiani nel garantire la qualità delle produzione è un patrimonio da difendere nei confronti di quanti cercano di sfruttare la fiducia conquistata nelle campagne per vendere prodotti “taroccati”.
Quanta alle dichiarazioni rilasciate dal direttore dimissionario (?) del Consorzio di Tutela della Mozzarella di bufala campana dop, Antonio Lucisano, che ha definito la Coldiretti “disinformata sulle problematiche”, Ciampoli parla di “tesi fantasiose”: “In un momento come questo, in cui si rischia di creare grande allarmismo tra i consumatori a danno del comparto, l’ultima cosa da fare è strumentalizzare la vicenda attaccando le organizzazioni agricole. Sulle responsabilità di Consorzio e Ministero, probabilmente, qualcuno dovrà fare chiarezza, altro che scaricabarile come sosterrebbe Lucisano”.
Di fronte a questo grave episodio di adulterazione la Coldiretti segnala la grave responsabilità per non aver ancora provveduto alla realizzazione della misura di separazione della filiera di produzione della mozzarella registrata come denominazione di origine prevista a partire da una disposizione del 2008 e via via oggetto di rinvio. “Fino a quando non sarà adottata la separazione in riferimento alle linee di produzione della mozzarella doc rispetto alla detenzione di altre materie prime o ingredienti diversi dal latte di bufala restano difficili, infatti, - conclude Ciampoli - tutte le forme di controllo rispetto all’impiego di cagliate di diversa provenienza”. La mozzarella di bufala è stata consumata nel 2013 da quasi un italiano su due e si classifica tra i formaggi preferiti a livello nazionale e internazionale dove svolge un ruolo di traino del Made in Italy, alimentare e non.
13 Maggio 2014
MOZZARELLA DOP: COLDIRETTI CAMPANIA, DIFENDERE CREDIBILITA’ DI TANTI IMPRENDITORI AGRICOLI