29 Settembre 2011
NOCCIOLE

Si è svolto il 23 settembre ad Istanbul l’incontro annuale tra Unione Europea e Turchia, incontro a cui ha partecipato anche Coldiretti. L’incontro è tradizionalmente un momento di confronto tra le delegazioni dell’UE e della Turchia, interessante per valutare la situazione di mercato delle due aree di maggiore produzione mondiale di nocciole, per analizzare i reciproci meccanismi di sostegno e  per il confronto, a volte anche aspro, sulle problematiche del settore. Le previsioni produttive hanno mostrato una produzione mondiale sostanzialmente in calo, per effetto soprattutto della contrazione produttiva in Turchia, dove il raccolto sarebbe passato dalle 600.000 tonnellate del 2010, alle circa 405.000 tonnellate previste per il 2011. Negli altri paesi ci sarebbe un aumento stimato in +10% sulla media degli ultimi anni,  che porterebbero per il 2011 la produzione mondiale da 803.000 tonnellate a 715.000 (-11%), dato che si ritiene sovrastimato, ma che in ogni caso lancia un segnale ben preciso al mercato, che risponde con  quotazioni delle nocciole in crescita .
Particolarmente interessante è risultato lo scambio di vedute tra le due delegazioni sulle rispettive politiche di sostegno al settore. E’ emersa ancora una volta la notevole differenza tra gli interventi UE e gli interventi turchi a sostegno del settore (il sostegno turco all’ettaro è quasi il triplo di quello di cui possono beneficiare i produttori comunitari), con un sostanziale fallimento, per ammissione della stessa delegazione turca, dei programmi di espianto delle superfici classificate come non vocate, le quali non solo non vengono espiantate, ma nella sostanza continuano a produrre nocciole. Tali superfici, che dovrebbero avere una estensione di circa 200-240.000 ettari, sul totale di 670.000 ha coltivati, si sono ridotte, nel corso della 1° campagna di espianto, di solo 354 ettari (327 produttori!), mentre per la seconda campagna non sono stati forniti dati. La discussione si è poi spostata sul tema controlli e aflatossine.
La delegazione turca ha avanzato una serie  di richieste all’UE in merito ai controlli che partono dalla pretesa di alzare ulteriormente il livello di residui di aflatossine previsto dall’UE, con particolare riferimento all’aflatossina B1, alla domanda di abbassare la percentuale dei controlli dal 10 al 5%, ad una riduzione dei tempi di sosta in dogana per le verifiche. Sul tema è intervenuta la Coldiretti che ha rimarcato la propria contrarietà alla decisione di abbassare la percentuale dei controlli, essendosi ridotto il numero dei campioni non conformi  in modo marginale, alla luce dell’aumento dei limiti per le aflatossine intervenuto nel 2010, e non essendoci un sostanziale miglioramento tra il dato 2010 e quello 2011. Infine l’attenzione è passata ai metodi di produzione, biologico e non, ai  disciplinari ed alle diverse molecole non più autorizzate in UE ma che vengono utilizzate ancora in Turchia In questo senso le risposte sono state abbastanza evasive, senza entrare troppo nel merito e, soprattutto senza mostrare, nero su bianco, piani di lotta che avevano creato sconcerto lo scorso anno per la notevole presenza di principi attivi ormai banditi da anni dall’UE.
"In conclusione – afferma Prisco Lucio Sorbo, direttore di Coldiretti Campania - si è trattato di un incontro utile, che ha dato speranze per una campagna che possa dare prezzi remunerativi per le imprese agricole, vista la contrazione produttiva a livello mondiale, ma che ha fatto capire quanta strada ci sia ancora da fare per armonizzare i rapporti tra UE e Turchia. Coldiretti - prosegue Sorbo - sicuramente non condivide la volontà comunitaria di riabbassare la percentuale dei controlli sul prodotto turco dal 10 al 5% e non mancherà di ribadirlo sui prossimi tavoli ministeriali e comunitari. Per quanto riguarda la nostra regione, dove la produzione corilicola è di particolare rilevanza,  i dati del raccolto sono confortanti sia per qualità che per quantità e premiano l'impegno delle tante imprese che hanno reso questo prodotto un fiore all'occhiello del territorio. Ci aspettiamo - conclude il direttore - che il trend positivo del prezzo possa proseguire per garantire un adeguato reddito ai produttori".

IMPRESA VERDE CAMPANIA – ENTE DI FORMAZIONE

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