Il prezzo del grano ha chiuso con un aumento del 4 per cento raggiungendo il valore di 7,41 dollari per bushel, in una settimana segnata dall’annuncio del premier russo Vladimir Putin di non revocare il divieto sull'export di grano prima della raccolta del 2011 e dal ribasso delle stime Fao sulla produzione mondiale di grano a 646 milioni di tonnellate, con un calo del 5 per cento rispetto allo scorso anno. E’ questo l’effetto registrato dalla Coldiretti alla chiusura settimanale del Chicago Board of Trade, che è il punto di riferimento delle contrattazioni internazionali, per le consegne a dicembre 2010. Le prospettive di mercato hanno già determinato - continua la Coldiretti - un aumento dei prezzi che tuttavia in Italia rimangono al di sotto dei costi di produzione e a livello internazionale risultano ancora poco piu’ della metà dei valori massimi di 13 dollari per bushel (pari a 27,2 chili) fatti raggiunti nel marzo 2008. L’Italia - sottolinea la Coldiretti - importa attorno a 4 milioni di tonnellate di frumento tenero che coprono circa la metà del fabbisogno per la produzione di pane e biscotti mentre 2 milioni di tonnellate di grano duro arrivano in un anno in Italia per coprire oltre il 30 per cento del fabbisogno per la pasta. In altre parole – precisano il presidente Gennarino Masiello e il direttore, Prisco Sorbo della Coldiretti campana - è fatto con grano importato dall'estero un pacco di pasta su tre e circa la metà del pane in vendita in Italia. Si tratta del risultato delle scelte poco lungimiranti fatte nel tempo dall'industria italiana che – continuano Masiello e Sorbo - ha preferito fare acquisti speculativi sui mercati esteri di grano da "spacciare" come pasta o pane Made in Italy, per la mancanza dell'obbligo di indicare in etichetta la reale origine del grano impiegato. Per contrastarle queste logiche è nata la piu’ grande società di europea di trading dei cereali di proprietà degli agricoltori, varata a luglio, che - ricorda la Coldiretti - ha il compito di gestire oltre 20 milioni di quintali di prodotto tra grano duro destinato alla produzione di pasta, grano tenero per il pane, esclusivamente di origine italiana e garantiti non ogm. La società denominata “Filiera Agricola Italiana” è partecipata da 18 Consorzi Agrari, 4 cooperative, 2 organizzazioni dei produttori, una società di servizi di Legacoop e Consorzi Agrari d’Italia e ha il compito di gestire la contrattualistica nella coltivazione e nella commercializzazione dei seminativi prodotti in tutto il paese.
5 Settembre 2010
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