In occasione della giornata di mobilitazione promossa dalle Associazioni dei Consumatori (Adoc, Adusbef, Codacons e Federconsumatori), Coldiretti torna domani Mercoledì 23 settembre in piazza a Montecitorio per denunciare il problema dei bassi prezzi all’origine e del perché i prezzi sono crollati per gli agricoltori ma non sugli scaffali, mentre al Centro Direzionale di Napoli, dalle 9 alle 13 l’Agrimercato di Campagna Amica, propone insieme alla IV Municipalità del Comune di Napoli un appuntamento con l’acquisto diretto dai produttori agricoli delle produzioni ortofrutticole del territorio, tipiche di stagione, di origine, sapore e qualità certa, insieme al miele, alle conserve di ortaggi e frutta di vario genere, agli olii extravergini d’oliva, ai vini, i formaggi, i dolci tipici locali.
L’obiettivo è quello di valorizzare i primati del Made in Italy dal campo alla tavola per garantire un giusto prezzo per gli agricoltori e acquisti convenienti per i consumatori, anche per favorire la ripresa economica.
I dati relativi all’inflazione nel mese di agosto pubblicati dall’Istat evidenziano una crescita tendenziale dei prezzi degli alimentari che è, senza alcuna giustificazione, di nove volte superiore al valore medio dell'inflazione. Al contrario, i prezzi pagati agli agricoltori per i prodotti agricoli in campagna sono in forte calo per tutte le categorie e di conseguenza l'andamento crescente dei prezzi al consumo degli alimenti non è giustificabile - rileva il direttore della Coldiretti campana, Vito Amendolara.
Il record della riduzione nei campi si è verificato per i cereali con un crollo dei prezzi alla produzione nei campi del 31 per cento rispetto allo scorso anno, ma in campagna sono in calo le quotazioni di vini e oli di oliva che su base annua hanno registrato, rispettivamente, contrazioni del 20 per cento e del 5 per cento, e anche della frutta (- 30 per cento). Nel complesso di un 2009 di crisi per le produzioni ortofrutticole, spicca, in senso negativo ed emblematico, la situazione delle pesche, per certi versi paragonabile a quella del 2005. Analizzando l’andamento dei prezzi rilevati da Ismea (media sulle diverse piazze per il complesso pesche e nettarine), si vede come i prezzi medi di quest’anno siano solo di poco superiori al 2005 ed al 2004 ma, ovviamente, con i costi di produzione del 2009 e ciò mentre in base ai dati di giugno
la voce “pesche” nei primi 6 mesi del 2009 ha fatto registrare una crescita delle importazioni, passate da 32,6 milioni di chilogrammi a 41 milioni di chilogrammi (+26%) ed un calo delle esportazioni, passate da 51 a 36,8 milioni di chili (-28%). In sostanza, almeno teoricamente, a parità di raccolto sul nostro mercato c’erano a giugno circa 22,6 milioni di chilogrammi in più di pesche rispetto al giugno 2008, dato da incrementare se il raccolto del periodo è stato più abbondante del 2008, da ridurre in caso contrario.
Nell'attività di allevamento il confronto su base annua segnala una variazione negativa per i prezzi alla produzione di suini (- 9 per cento). Ancora più accentuato il calo delle quotazioni dei lattiero-caseari, che rispetto ad agosto 2008 registrano in media una flessione del 15 per cento, mentre segnano un meno 8 per cento i prezzi degli avicoli.
22 Settembre 2009
PREZZI OPERAZIONE VERITA’