12 Agosto 2010
VACANZE: COLDIRETTI, LA CAMPANIA AI PRIMI POSTI PER LE TIPICITA’ REGIONALI CHE A LIVELLO NAZIONALE SALGONO A 4511. LA MAPPA

 La Campania è un giacimento di risorse agroalimentari uniche e di grande potenzialità   con cui rafforzare nel segno della tutela dell’identità e dell’origine contro ogni contraffazione e agropirateria sicure opportunità di sviluppo territoriale. Con 333 specialità si attesta ai primi posti in Italia, dietro Toscana (463) , Veneto Lazio (367) e Piemonte (365), nella mappa delle regioni che presentano la piu’ ricca “biodiversità” a tavola.  E' quanto emerge dall'indagine della Coldiretti sull'elenco dei prodotti agroalimentari tradizionali delle regioni aggiornato con la decima revisione pubblicata nella Gazzetta Ufficiale.
I prodotti agroalimentari italiani ottenuti secondo regole tradizionali antiche tramandate nel tempo censiti dalle regioni, che sono disponibili come souvenir o per allietare le tavole dei turisti durante le vacanze salgono a livello di record di quattromilacinquecentoundici (4511), quaranta in piu’ rispetto allo scorso anno.
Per l’estate 2010 il turismo enogastronomico con un valore stimato di 5 miliardi di euro, si conferma - sostiene la Coldiretti - il vero motore della vacanza Made in Italy che è l'unica nel mondo a poter offrire la piu’ ampia varietà di prodotti tradizionali regionali ma anche il record comunitario nella produzione biologica, ben 207 denominazioni di origine riconosciute a livello europeo, mentre sono 477 i vini a denominazione di origine.
 A prevalere tra le specialità “salvate dall’estinzione” sono - sottolinea la Coldiretti - i 1.362 diversi tipi di pane, pasta e biscotti, seguiti da 1.263 verdure fresche e lavorate, 748 salami, prosciutti, carni fresche e insaccati di diverso genere, 461 formaggi, 154 bevande tra analcoliche, liquori e distillati e 150 prodotti di origine animale (miele, lattiero-caseari escluso il burro, ecc.). Con l’ultimo elenco dell’estate 2010 si registra un incremento rispetto all'anno scorso nonostante siano stati cancellati alcuni prodotti divenuti Dop o Igp e quindi protetti a livello europeo come ad esempio il Pomodorino del Piennolo del Vesuvio, il Ciauscolo marchigiano,  il prosciutto crudo di Cuneo, il pistacchio di Bronte (Sicilia), il marrone di Caprese Michelangelo (Toscana), l’Aglio bianco polesano e l’Insalata di Lusia (Veneto).
 
Sono stati messi “sotto tutela” nuovi prodotti come - precisa la Coldiretti – la “ncandarata” lucana (carne di maiale conservata sotto sale) e tutta una serie di fagioli autoctoni della Basilicata come quelli di Muro lucano, di San Gaudioso e Zeminelle. L’Emilia-Romagna, oltre a mettere in elenco il celebre e imitatissimo “ragù classico alla bolognese” ha tutelato, ad esempio il “latte ruolo” (latte intero bollito, mescolato con pan pangrattato, profumato con succo di limone e messo al forno) e la “piada coi ciccioli”  (di maiale). E se il Lazio ha introdotto in elenco il “caciocavallo di Supino” e i “canasciunetti” ciociari  (pizze rustiche con l'impasto all'uovo e farciti di formaggio e uova), la Puglia ha protetto il “pallone di Gravina” (formaggio semiduro a pasta cruda filata, prodotto con latte bovino intero crudo o pastorizzato e stagionato fino ad 1 anno dalla caratteristica forma a palla), la Sardegna l’”abbamele” (un decotto di polline usato per insaporire ed esaltare il gusto di numerosi piatti e dolci tradizionali) e il Veneto ha reso giustizia allo “spiedo  d’alta marca” e ai ”rofioi di Sanguinetto” (dolci di forma triangolare fatti di pasta simile alla sfoglia, ripieni di un composto fatto con biscotti, mandorle, canditi, cioccolato, zucchero e rum).
 
In dieci anni, rispetto al luglio 2000 quando è iniziato il lavoro di catalogazione a livello regionale, i prodotti censiti sono piu' che raddoppiati grazie all’impegno degli imprenditori agricoli nel recupero delle tradizioni. Un risultato - continua la Coldiretti - finalizzato a proteggere dalle falsificazioni e a conservare anche in futuro nella sua originalità il patrimonio gastronomico nazionale che rappresenta una componente determinante per la competitività del Made in Italy. Una ricchezza nazionale che comprende - precisa la Coldiretti - prodotti ottenuti secondo regole tradizionali protratte nel tempo per almeno 25 anni e metodiche praticate sul territorio in modo omogeneo.
 
Comperare direttamente dal produttore è un modo - sostiene la Coldiretti - per garantirsi l’autenticità degli acquisti e non cadere nel rischio dei prodotti taroccati spacciati come tipici del territorio, ma che non hanno in realtà nulla a che fare con la realtà produttiva locale come nel caso dell’offerta di prosciutti di montagna o di campagna spesso provenienti dalla stagionatura di cosce di maiali olandesi, ma anche di panini ciociari che sfruttano del tutto impropriamente l’appeal del territorio. Durante il periodo estivo a livello nazionale con il sostegno della Coldiretti sono aperti 18mila agriturismi e 63.600 frantoi, cantine, malghe e  cascine dove è possibile acquistare specialità alimentari garantite direttamente dal produttore che garantiscono l’originalità dell’offerta, ai quali si aggiungono gli oltre 500 mercati di campagna amica aperti dalla Coldiretti nell'ambito del progetto per “una filiera agricola tutta italiana” nelle piccole e grandi città, dei quali quasi la metà già accreditati per il rispetto di un preciso disciplinare.
 
 
I PRODOTTI TRADIZIONALI AGROALIMENTARI REGIONALI
1.362              Paste fresche e prodotti di panetteria, biscotteria, pasticceria, confetteria
1.263              Prodotti vegetali allo stato naturale o trasformati
748                 Carni (e frattaglie) fresche e loro preparazione
461                 Formaggi
154                 Bevande analcoliche, distillati e liquori
150                 Prodotti di origine animale (miele, lattiero-caseari escluso burro)
140                 Preparazioni di pesci, crostacei e tecniche particolari di allevamento
150                 Piatti composti o prodotti della gastronomia
46                   Grassi (burro, margarina, oli)
36                   Condimenti
4.511              TOTALE
Fonte: Elaborazioni Coldiretti 
 

IMPRESA VERDE CAMPANIA – ENTE DI FORMAZIONE

LA FORMAZIONE

  • IMPRESA VERDE CAMPANIA SRL ha avviato  l’Iter per Accreditarsi in Regione Campania, come Ente di Formazione Professionale ai sensi della Delibera della Giunta Regionale n° 136 del 22/03/2022 e presto sarà Accreditata.
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1) SISTEMA DI GESTIONE PER LA QUALITÀ - ISO 9001:2015 - Sottosettore IAF/EA: 37 - Progettazione ed erogazione di corsi di formazione professionali 2) ISO/IEC 27001:2022 - SISTEMA DI GESTIONE PER LA SICUREZZA DELLE INFORMAZIONI - Progettazione ed erogazione di corsi di formazione professionali   3) ISO 45001:2018 - SISTEMA DI GESTIONE PER LA SALUTE E SICUREZZA - Progettazione ed erogazione di corsi di formazione professionali  
  • IMPRESA VERDE CAMPANIA SRL è Ente di Formazione impegnato nel sostegno e nella promozione di una visione ampia ed elevata della Formazione Professionale, che tiene conto del cambiamento e delle trasformazioni della società e della comunità locale nella quale opera, programmando i propri corsi, in considerazione delle tendenze del mercato del lavoro territoriale e delle figure professionali più richieste.
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  • IMPRESA VERDE CAMPANIA SRL articola i propri corsi in diversi settori di attività interagendo con Aziende, Associazioni, Studi Professionali, Scuole ed Enti del territorio, con la volontà di erogare azioni formative e di orientamento a servizio di giovani e adulti.
Tra le attività formative organizzate da IMPRESA VERDE CAMPANIA SRL, vi sono:
  • Formazione professionale di I e II livello
  • Formazione specialistica
  • Aggiornamento, riqualificazione, formazione continua
  • Analisi dei fabbisogni formativi del territorio per Aziende e P.A.
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